M.B.
Il televisore acceso su un canale qualunque (ormai non fa più una gran differenza) trasmette le immagini di un gruppo di ragazze falsamente interrotte in un reality che di reale ha solo il nome. L'apparecchio emana una luce bluastra nel salotto buio. Guardi il tuo gatto nella penombra che gioca con una palla di plastica: si nasconde, le tende un agguato, la rincorre e salta spaventato se prende improvvisamente una direzione inaspettata. Ti ritrovi a chiederti quanto quel batuffolo di peli sia conscio del mondo che lo circonda: quanto si renda conto dei rapporti di causa e conseguenza, del tempo che passa, della morte che incombe. Ti chiedi se abbia a qualche livello un concetto di vita. Torni a volgere la tua precaria attenzione allo schermo: cambi canale senza nutrire una vera speranza di trovare qualcosa di meglio. Poi avverti una sensazione di calda peluria che si struscia ai tuoi piedi. Il gatto ti osserva con uno sguardo inumano, ma comunque denso, emozionale: la vostra è una comunicazione telepatica. E il concetto di vita può andare allegramente a farsi fottere.
Nessun commento:
Posta un commento