Lettera al signor Nessuno
Michael B.
26.7.10
quella qua sopra è un'opera dell'artista Omero Crivello. Se volete vedere altri lavori dell'autore del quadro, cliccate QUI.
Caro signor Nessuno,
ti scrivo una lettera perché so che non la leggerai. Non sarà un'opera d'arte, non verrà ricordata nel tempo: è solo uno sfogo di una notte di fine luglio e non vuole essere niente di più.
Caro signor Nessuno,
Tu non hai un nome, perché darti un nome significherebbe darti una umanità che non mi hai mai dimostrato.
Sei uno strano essere dalle molteplici facce, un topo impaurito, un viscido verme, un inaffidabile scorpione.
Se ti scrivo, caro signor Nessuno, ho un motivo ben preciso: ho un racconto da narrarti; il racconto di ciò che rimarrà di te, quando l'impassibile e fredda Morte verrà a trovarti.
Il mondo non si ricorderà di te, signor Nessuno, ma potrebbe essere altrimenti?
Cosa hai fatto di buono nella vita? Non hai mai capito ciò che conta realmente: non sono i soldi, caro signor Nessuno, non è la Fortuna, non le macchine, non la notorietà.
Quello che conta è lasciare un segno, una memoria, qualcosa per la quale valga la pena essere ricordati.
Ma tutto ciò che il mondo ricorderà di te è racchiusa in me, perché io sono l'eredità, il testamento, il giudice di una vita intera. La tua.
Ed è questo il momento del giudizio. E' questo il momento in cui ti racconto ciò che mi hai lasciato.
Rimpianti. Non c'è niente di peggio del rimpianto, del rimorso, della consapevolezza che le cose sarebbero potute andare diversamente, se solo lo avessimo voluto. Ma non hai veramente mai voluto niente dalla vita, signor Rimorso? Piangersi addosso non porta mai a niente, ma è questo ciò che hai sempre fatto. Sperare che le cose accadano senza fare niente perché si realizzano non ti ha portato molto lontano. Ma potevi realmente aspettarti dell'altro dalla vita?
E quello che ti rimane, quello che mi rimane, è un grande, incontrollabile odio represso. Non vorrei odiare, non vorrei odiarti, ma l'odio è l'unica cosa che mi hai lasciato.
L'odio e il rimpianto sono le tue uniche eredità, una ricetta perfetta, un sublime cocktail di infinita disperazione per te e le persone che ti circondano.
Non è questo ciò che voglio e non è questo ciò che farò della mia vita.
Ed è per questo che ti dico addio, signor Nessuno: mi allontano da te perché allontanarmi è l'unico modo di diventare realmente qualcuno.
Ma potrei realmente liberarmi dall'odio e dalla disumanità con le quali mi hai infettato, se continuassi a tenere dentro un tale peso, a rinfacciarti della miseria che mi circonda?
Non sarei forse un ipocrita? Non mi abbasserei al tuo livello?
Solo adesso prendo coscienza di quale sia la chiave di volta, la prima delle mille porte da aprire per allontanarmi per sempre da te: la porta del perdono.
Mi sarai indifferente, caro signor Nessuno, ma sarai dispensato dai tuoi peccati. Non perché tu te lo sia meritato, ma perché me lo merito io. Mi merito di essere una persona migliore di te.
E la via, chiara come mai prima d'ora, è quella di non abbandonare un signor Nessuno: prima di lasciare per sempre le tue aride terre, dovrò avere la forza di mutarti in un signor Qualcuno.